Repertorio

I Pagliacci

Ruggiero Leoncavallo

  • Premiere mondiale
  • Teatro Dal Verme din Milano, 21 mai 1892
  • L'Opera Romena Craiova Premiere
  • 20 mai 2004
  • Tempo di Lunghezza
  • aprox. 1h, 10’
  • Menzioni
  • Spectacol în limba italiană cu supratitrare în limba română

Opera in due atti e un prologo di Ruggero Leoncavallo.

Libretto di Rugerro Leoncavallo.


L'azione si svolge nel villaggio di Montalto in Calabria (Italia meridionale) il 15 agosto 1865.

PROLOGO

Il prologo è esposto da uno dei personaggi dell’opera, il comico Tonio, il quale informa che l'oggetto dell’azione a seguire s’ispira alla vita reale. Gli attori che appariranno sul palco non devono essere considerati semplici comici, il cui ruolo sarebbe solo di intrattenere il pubblico; essi sono principalmente persone con sentimenti naturali.

ATTO I

La piazza del paese calabrese Montalto. I contadini accolgono con gioia l'arrivo della compagnia di comici. Il direttore della compagnia, Canio, annuncia alla folla che la sera ci sarà uno spettacolo di commedia e invita tutti. Quando Tonio, che interpreta sempre il ruolo del pagliaccio a causa della sua bruttezza, cerca di aiutare Nedda a scendere dal carro, viene brutalmente scansato da Canio che, vittima di una feroce gelosia, non permette a nessuno di avvicinarsi a sua moglie. Umiliato, Tonio nasconde a fatica la sua brama di vendetta. I contadini invitano i comici ad un bicchiere di vino, anche Canio e Beppo rispondono contenti all’invito. Solo Tonio rimane da parte. I contadini osservano con ironia che probabilmente il motivo per cui non viene, è cercare di rimanere solo con Nedda. A queste parole, Canio diventa improvvisamente serio. Accetta di scherzare sul suo conto solo sul palco, ma nella vita reale è geloso di Nedda. Si sentono le campane del villaggio e i contadini si dirigono verso le loro case. Nedda, rimasta sola, è turbata dalle parole di Canio, ma ben presto si calma e la sua anima ritorna gioiosa. Tonio, che aspetta sempre di trovare un momento per stare solo con Nedda, ora le fa ardenti dichiarazioni d'amore, ma lei lo prende in giro. Quando Tonio diventa aggressivo e prova ad abbracciarla, Nedda lo allontana con un severo rimprovero. Tonio, al culmine della rabbia, fugge, giurando vendetta. Nel frattempo, appare Silvio, un giovane contadino che ama Nedda. I due amanti si giurano fedeltà. Infatti, Nedda è stanca della vita instabile dei comici e, dopo una breve esitazione, accetta la proposta di fuggire con l’amato quella notte. L'incontro è stato osservato da Tonio che corso ad avvertire Canio per sorprenderli. Arrivano proprio nel momento in cui Nedda promette a Silvio che quella notte diventerà per sempre sua. Canio si scaraventa furioso contro Silvio, il quale riesce a scappare senza essere riconosciuto. Nonostante le minacce, Nedda si rifiuta di rivelare il nome del suo amante, così Canio tira fuori un coltello per ucciderla ma viene fermato da Tonio e Beppo, che gli strappano il coltello di mano. Tuttavia, Tonio consiglia Canio di continuare ad osservare attentamente Nedda, perché il giovane contadino verrà sicuramente allo spettacolo e potrà essere riconosciuto. Canio rimane solo. Anche se la sua anima è sconvolta dell'incredulità della moglie, dovrà interpretare il suo ruolo nella commedia per intrattenere e divertire il pubblico.

ATTO II

Un intermezzo orchestrale, basato sul tema dell’aria di Canio e il tema principale del prologo, anticipa il tragico epilogo. Lo stesso scenario. Gli abitanti del villaggio si sono riuniti di fronte al palco allestito dai comici e aspettano ansiosi l’inizio dello spettacolo. La commedia inizia e la sua azione si svolge in maniera simile alla realtà: Colombina (interpretata da Nedda), sapendo che il marito è partito, aspetta il suo amante Arlecchino (interpretato da Beppo). Lui le canta una serenata e Colombina lo chiama alla finestra per farlo entrare. Ma al suo posto compare il pazzo Taddeo (interpretato da Tonio che l’annoia con le sue dichiarazioni sciocche d’amore, fino a quando non è bandito da Arlecchino). L'incontro dei due amanti viene interrotto dall'arrivo di Pagliacci (interpretato da Canio), il marito di Colombina, che giunge proprio mentre la ragazza promette al suo amante Arlecchino che quella notte diventerà per sempre sua (le stesse parole che aveva detto Nedda a Silvio). All’inizio, Canio riesce a domare i suoi sentimenti, ma la somiglianza tra la situazione della commedia e il suo dramma personale gli fa dimenticare il ruolo di comico, e il gioco si trasforma improvvisamente in realtà. Chiede insistentemente a Nedda di divulgare il nome del suo amante. Nedda si rifiuta cercando d’interpretare ancora il ruolo di Colombina e fingendo di non capire la situazione. Pieno di rabbia, Canio la minaccia con un coltello poi, vedendo il suo rifiuto deciso ed i disperati tentativi di fuggire dalla scena, le pianta un coltello nel petto. Alle sue grida di aiuto, il giovane Silvio – riconosciuto tra gli spettatori - si precipita sul palco, ma Canio uccide anche lui. Ai contadini terrorizzati da quello che è successo Canio dice con voce cupa (La commedia è finita!) ...

 

*Grigore Constantinescu e Daniela Caraman-Fotea, Ghid de operă, Bucarest, 1971

**Ana Buga e Cristina Maria Sârbu, 4 secole de teatru muzical, Bucarest, 1999

***Ioana Ștefănescu, O istorie a muzicii universale, Vol. IV, Bucarest, 2002